Furto di gasolio: la sicurezza non è mai troppa
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Ormai l'abbiamo ripetuto diverse volte in questo blog: la vita del camionista non è delle più tranquille. I rischi sono molti, ma tra questi uno è particolarmente insidioso: il furto di carburante.
Per carburante intendiamo, nella quasi totalità dei casi il gasolio, ovviamente. Le ragioni di questa scelta che si è imposta praticamente ovunque sono molteplici: un motore diesel è molto più potente, caratteristica necessaria quando si devono trasportare tonnellate di merci; dura più a lungo di un suo equivalente a benzina (più cara) e a pari capacità di serbatoio può garantire, stando agli esperti, un milione circa di chilometri in più.
Considerata la tipologia di strada, del percorso e del carico un camion in media può consumare tra i 30 e i 40 litri di gasolio ogni 100 chilometri. La quantità di carburante necessaria a garantire il viaggio sarà quindi proporzionale alla distanza che si dovrà percorrere. Ma sarà comunque nell'ordine di qualche centinaio di litri, un bel bottino per i malintenzionati.
Pause e soste lunghe: i momenti più pericolosi
Il danno: il pericolo maggiore lo si corre durante le soste, siano esse per mangiare o per dormire, quindi nei sacrosanti momenti di riposo. Fino a qualche anno fa alcuni Paesi europei, tra cui l'Italia, detenevano una specie di sinistro primato quanto al rischio di furto. Oggi però la situazione appare sostanzialmente mutata e di isole felici non ce ne sono più. Quindi massima attenzione ovunque. La beffa: anche perché se il conducente non è assicurato la responsabilità del furto ricade sulle sue spalle, il che detto in altri termini significa “deve pagare di tasca sua”...
I ladri di carburante non hanno generalmente bisogno di apparecchiature da scasso troppo sofisticate per commettere il furto. Trapani e punteruoli vari possono essere sufficienti e l'operazione è tutto sommato piuttosto rapida. I costruttori non sono certo ignari del problema. Il dispositivo più utilizzato è quello anti-sifone: un bocchettone dalle dimensioni variabili fissato con 2 viti di sicurezza unidirezionali. Ma spesso non basta.
E la tecnologia? Non sta a guardare
L'informatica è sempre più presente nei sistemi antifurto. Pensiamo ai sofisticati programmi di GPS in grado di tracciare in tempo reale il percorso di un mezzo, di verificarne le prestazioni e in caso di furto di seguire passo passo il tragitto compiuto dal malvivente.
Su questo principio si basano anche alcuni sistemi innovativi per cui l'accesso al serbatoio può essere consentito solo previa autorizzazione da remoto. Che significa? Che lo stesso conducente non è in grado, se non altrimenti autorizzato, di aprire il bocchettone, il cui sblocco è gestito da un computer posto a distanza di chilometri e chilometri. Solo chi conosce le coordinate di ingresso infatti può permetterne l'apertura. Altri sistemi prevedono, sempre da remoto, la possibilità di monitorare il consumo di carburante e segnalare anomalie in tempo reale. Ad esempio se il carburante sta diminuendo troppo in fretta c'è qualcosa che non va: non necessariamente a causa di un furto, ma a pensar male, spesso...
Nessuno dei 2 esempi è comunque risolutivo. Servirebbe ben altro. Ma resta comunque un segnale importante che qualcosa anche su questo fronte si sta muovendo. Non è detto poi che il problema non possa essere del tutto risolto in un futuro neanche troppo lontano: il gasolio resta ad oggi il carburante migliore e al momento non ha reali concorrenti. Ma soluzioni alternative sono già in fase di studio avanzato e quando i costi di produzione lo consentiranno diventeranno, quasi inevitabilmente, il nuovo stato dell'arte.
Ma di questo in un prossimo articolo...